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ATLANTIDEOLOGIA E MISTERI ELEUSINI L'ORIGINE DEGLI DEI E DELL'UNIVERSO di Guido Maria St. Mariani di Costa Sancti Severi e Munemisyne Alutha Tam Shye
Abbiamo visto come, secondo i Testi della Disciplina Arcaico-Erudita
tramandati dalle Scuole Sapientali degli Eleusini-Madre, gli Dei Titani giunsero sulla
Terra nell'anno 92.040 a.C., durante il Regno del Titano Kréi (menzionato come Fan nei
Testi più arcaici), nell'ultima fase della mitica Età del Rubino. Ma fu
nell'Età dell'Oricalco, con l'avvento della Conta Quindicesima di Hyi, ovvero in
un lasso di tempo che secondo i Testi va dal 34.560 al 23.041 a.C., che nacque l'umana
stirpe degli Hygeneis, figli di Giapeto. "E Dio disse: facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla Terra". "Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio li creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la Terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra". La Tradizione Eleusina attribuisce la creazione degli Hygeneis ai quattro figli del Dio Titano Hyaphethos: Atlante, Menezio, Prometeo ed Epimeteo, i quali crearono l'uomo e la donna "a loro immagine e somiglianza". Così scrivono a riguardo i Testi Sacri: "Presa Prometheus una parte di Notte, una parte d'Acqua e una parte di Terra, le impastò e plasmò a immagine e somiglianza sua e dei suoi fratelli una figura. Presola suo fratello Atlanthe, le soffiò in bocca donandole l'alito sacrale, mentre suo fratello Menethios la cingeva di nervi e di muscoli e, rizzatola in piedi, la chiamò uomo. Similmente Epimetheus creò la donna". Interessante è confrontare il brano seguente, inerente all'opera creatrice dei figli di Giapeto, sempre tratto dai Testi dell'Eleusinità, con il versetto della "Genesi" poc'anzi riportato: "... prese le bestie che vagavan sul suolo di Taea, le rimodellarono a loro impronta e somiglianza e, vistoli Lan e Thn (femmina e maschio, n.d.a.), li dissero Taahiv e Skefsket (uomo e donna, n.d.a.). Così essi si perpetuarono, così nacque l'umana progenie dell'Azzurro Occidente". L'Eleusinità ci insegna che Atlante donò all'uomo la Conoscenza e la Vita,
Menezio la Forza sia interiore che esteriore, Prometeo il seme maschile ed Epimeteo
quello femminile. Sotto la voce "Notte" si indica invece un concetto superiore a quello
di "anima", il concetto stesso dell'essenza divina titanica, che, tramite e grazie
all'opera di questi quattro Titani, alberga oggi in ogni uomo. "... che cingesti di nervi e muscoli la mortai stirpe di Hyaphethe, Tu fosti, dopo che Phlemethe (Prometeo, n.d.a.) la plasmò e Hathlanthe le donò l'alito, a rizzarla in piedi, ed eretta la ponesti innanzi a Te, e, vedendola indifesa, le ponesti la tua lancia in mano. Qual Dio poné l'arma sua in mano alla sua creatura? Tu solo, o celeberrimo Tan, concedesti tutta la tua fiducia". Si tratta di un brano, questo appena riportato, che non necessita, a nostro avviso, di superflui commenti e sul quale invitiamo i nostri lettori ad una profonda riflessione. Le figure di Hyaphethos e dei suoi figli hanno sempre rivestito, per il loro profondo significato e per la loro opera creatrice, un ruolo non certo di secondo piano nel culto eleusino di Rito Madre, e molti sono stati gli inni, le orazioni e le preghiere dedicati a queste Divinità. Riportiamo in esclusiva per i nostri lettori due inni canonici tratti dal cerimoniale Eleusino-Madre, opportunamente tradotti in lingua italiana. Il primo è dedicato a Hyaphetos, il secondo a Prometeo, Divinità che nel culto riveste un ruolo del tutto peculiare, in quanto espiatore, per colpa del nemico Zeus, delle sofferenze dell'umana stirpe, essendo stato crocifisso sui monti del Caucaso, antica frontiera che delimitava due mondi antitetici: l'Azzurro Occidente degli Antichi e il Purpureo Oriente degli Dei usurpatori.
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