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ATLANTIDEOLOGIA E MISTERI ELEUSINI L'ORIGINE DEGLI DEI E DELL'UNIVERSO di Guido Maria St. Mariani di Costa Sancti Severi e Munemisyne Alutha Tam Shye
Abbiamo visto nella prima parte di questo articolo come si sviluppa il diagramma della Creazione secondo la Tradizione Misterica Eleusina, dal concetto divino primario di Tau Zero-Assoluto, scaturito dalla Voragine Cosmica Tha, fino alla nascita degli Dei Titani, creatori dell'umanità. Il mito eleusino della nascita dell'umanità verrà affrontato per esteso. Ci occuperemo in questa sede di esaminare quelli che la Teologia eleusina definisce gli "Otto Elementi dell'Uovo Cosmico", Essenze divine primordiali scaturite complementariamente al diagramma esposto, ma non certo secondarie, in quanto, come vedremo, si pongono alla base sia della mitologia eleusina che di buona parte di quella greco-romana. Dal diagramma della Creazione, la Tradizione eleusina fa scaturire il concetto di un Uovo Cosmico suddiviso in due emisferi, a loro volta ripartiti ciascuno in quattro settori distinti in cui trovano posto delle Essenze divine primarie "prodotte" da quattro distinti passaggi della Creazione, ossia da Nuthe, da Thekhe, da Manthethmnu e da Phikkhesh.
IL PRIMO EMISFERO Il primo Emisfero è interamente un "prodotto" di Nuthe, la Matrice, il Due, la Grande Madre Primordiale, che in esso si scinde in quattro elementi divini distinti, ma che restano in sintesi quattro suoi aspetti: A) Tenebrix Peceai Mantys. È l'essenza della Tenebra Primordiale dal Peceo Manto. Essa è irruenta, ghiacciata, immensa, senza origine né fine. Chiamata anche Akherun, viene raffigurata sotto forma di una gigantesca aquila la cui testa è sormontata da un enorme serpente che tutto ingoia, anche la Tenebra stessa, e che al medesimo tempo determina l'eternità delle stesse Tenebre senza fondo. Al posto delle orecchie ha altre due teste di serpente, a simboleggiare l'ascolto della stessa Entità-Tenebra. Si tratta di un concetto che, curiosamente, era conosciuto in modo pressoché identico da vari popoli amerindi, primi fra tutti gli Aztechi. B) Nux Tenebrix Fulgurales Brunii Mantys. Rappresenta la Notte-Tenebra-Folgore-Unica-Cosmica dal bruno manto. Elemento di transito fra la Tenebra Primordiale e la Notte, Essa è fa forza bruta scatenata delle tenebre stesse. È raffigurata come un'ellissoide di vastissime proporzioni, costituito di pura energia, emanante lunghe folgori azzurre e corti lampi gialli, tuoni e boati. È inoltre un elemento creativo, non statico e fine a se stesso come Akherun. Chiamata anche Anuve Fulthun o Seha'a, è assimilabile alla Dea mediterranea Latona, alla Leto greca, la Latona dei Latini, la Notte Stellata dal Bruno Manto, o meglio, rappresenta l'essenza primordiale e atavica di questa Divinità importantissima del pantheon eleusino. C) Nux Asthris Azzurri Manthys. Impersona la Notte Stellata dall'Azzurro Manto ed è la manifestazione fisica dell'esplosione della vita stellare, il "Big Bang", il cielo formato e pieno di stelle. È il prodotto finito che ha avuto inizio con Akherun prima e poi con Anuve Fulthun. Chiamata dagli Eleusini anche Nehfren, si identifica con la Dea egizia NebHiet (Nefthys) e con la greca Astheria, la Notte Stellata che risplende. Raffigurata quasi sempre con figura umana, porta sulla testa una corona a forma di palazzo, motivo per cui è anche detta "La Dea che regge il Palazzo del Cielo". D) Nux Velox Sideralis. Personificazione della velocità della luce della Notte, è l'elemento che chiude il primo emisfero dell'Uovo Cosmico. Chiamata anche Uhànhia o, nelle sue forme più arcaiche, Niv' o Tivr, è assimilabile, nella cultura mediterranea, a Hemera, Divinità della luce tartarea. IL SECONDO EMISFERO Il secondo Emisfero è dominato per metà da quella forza conosciuta come Tekhe, il Tre, l'Essenza stessa della Legge Cosmica, dalla quale scaturiscono due importanti principi divini: A) Thurth. È l'Essenza stessa della Sapienza, della Conoscenza, della Scienza infusa. Chiamato anche Fanethe, il "Phannis del luogo cosmico", è l'egizio Tahuti (Thot), il Dio dalla testa di Ibis, il "Grande Scriba", il "Grande Magistro", l'iniziatore dell'Ogdoade (gli otto Dei o Elementi Primordiali). B) Nhàl. Detto anche Hypnys Portalis Cornii,è l'Essenza che "è oltre il Grande Portale di Corno", l'elemento da cui scaturiscono quelle Forze che amministrano gli Oneiroi, i cosiddetti "Grandi Dei del Sogno", che di Nhal sono i figli. Il più potente di essi è Qanya, bellissimo e giovane Dio guerriero; seguono il gigante Rhyl orbo di un occhio e sempre triste, detto "il Dio del Lago"; quindi la giovane e bella Dea dei fiumi chiamata Rysha, ed il gigante Zulia, detto anche Zur, alla perenne ricerca di un suo occhio (anch'esso è orbo). Non vi è nessuna corrispondenza con Divinità greche. Sotto la dominazione delle forze del Manthethmu (Rombo), cioè della materia solida e ordinata da cui dipende anche Sfath, la "Grande Spada Cosmica", scaturisce il Portalis Sideralis con: C) Dioritis Temporis Petris, cioè quella Forza dell'elemento
originariamente inumano e creativo che è detto Hath-A-Xai-San, "L'Antico", "Il
Mutevole", "Il Perenne", "Il Signore". Stando a quanto riportano i Testi dell'
Eleusinità. Esso è indicato da Rhashamele'sh quale Dio supremo dei Khat, una stirpe non
umana dai caratteri felini vissuta anche sulla Terra in un'epoca remota. Raffigurato come
un gigante dal corpo umano e dalla testa felina, fu sconfitto e tramutato in pietra da un
atavico nemico, divenendo così il mitico "Dio di Pietra" della Tradizione
misterica. Caduto in mare, quest'ultimo gli rimodellò il volto, dandogli lineamenti umani
e trasformandolo in un Dio "bellissimo e calvo". Da una parte di sé separata (da
intendersi come una sua emanazione) nacque allora il Dio Azzurro Thaumanth
(Taurnante), "Il Meraviglioso, lo Scintillante", armato di una spada d'argento,
rappresentante, per la cultura ellenica, gli aspetti meravigliosi del mare notturno. È
interessante rilevare come una vicenda mitica di un Dio caduto in mare e da quest'ultimo
rimodellato e plasmato, estranea alla cultura greca, la si ritrovi invece nel
"Kalevala", poema epico della Finlandia. Un'altra parte di sé, un grumo di materia
divina, salì invece verso le stelle e, catturata da una rete d'argento, si fuse con
questa. Da tale "fusione", rimodellata da Anuve Fulthun, da Nehfren e da Uhànhia, ebbe,
origine uno splendido Dio: Pherse, "il Titano della Vendetta dall'Arco
d'Argento", il "Signore del Palazzo nel Cielo" D) Stiamo parlando di Mnaphunxe, Essenza divina della bellezza, elemento che assunse carattere femminile e che venne conosciuto anche come Emminea, Fhera, Tara, o Balthe, figure assimilabili alla grande Dea mediterranea Dione e all'elemento dell'Amore Universale noto sotto il nome di Akakal-Syn "dalle mani di stelle", presente nella cultura minoico-cretese sotto la forma della Dea Akakalys. (Parte 3)
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