MITOLOGIA NOMASTICA
LE NINFE
Di Guido Maria St. Mariani di Costa Sancti Severi
fondatore del Centro Eleusini Madre "Eleusis Sidera Tau 8"
Il vocabolo greco "Ninpha" significa fanciulla, giovane donna da marito. In
senso teologico però le ninfe erano delle divinità minori, gerarchicamente superiori agli
uomini, ma inferiori agli Déi, non erano infatti Dée. Le si possono considerare forze
elementari della natura perché legate ad elementi o a territori specifici come mari,
acque dolci, alberi, etc. Se a volte si vede attribuire a qualche Déa anche il vocabolo
di ninfa, non significa che quella divinità sia una ninfa promossa Déa, ma bensì, come
nel caso ad esempio di BRITHEMARTHYS LA DOLCE VERGINE, Déa della vegetazione, della
caccia e della battaglia e NINFA DELL'ALBERO DI GORTYNA, (un platano sotto cui ASTERION
IL TORO BIANCO o SOLE ALBINO (=bianco) conobbe EUROPA presso la città di Gortyna; Asterio
ed Europa furono genitori di Minasse, Radamente , Sarpedunte ed Eufemo) che BRITEMARTE
(versione italiana da BRIZO = luce) esplicò le funzioni di una ninfa, cioè "volle"legarsi
ad un simbolo ben localizzato, come il platano, già sacro alla "ninfa" KARME, madre di
Britemarte. Ma non a tutti i platani, bensì quel particolare platano, in quel particolare
sito, in cui doveva verificarsi un particolare evento.
Ora la concezione della ninfa è particolare della cultura mediterranea,
cioè di tipo PELASGICO-LELEGICO, più che greco, tanto è vero che gli stessi greci
dichiararono attraverso i loro poeti e scrittori che le ninfe avevano i capelli corvini e
gli occhi scuri: "DAI RICCIOLI VIOLA, DAGLI OCCHI VIOLA" -nella lirica il viola indica il
nero pece, corvino. Notorio è invece che gli Achej, Eoli, Joni Helleni-Xuti, avevano i
capelli biondi e i dori fulvi (rossicci). Mentre gli Egei, parola odierna che indica gli
antichi ceppi dei Pelasgi (Lelegi di Creta, delle Cicladi e Anatolia) avevano i capelli
neri.
Le ninfe più menzionate erano quelle delle acque salate. Essenzialmente di
due stirpi:
le OCEANIDI che erano ben 3000, figlie di OCEANO, il più anziano dei TITANI figli di
URANO e della Titana TETHY, regina degli oceani, che sono più antiche rispetto alle 50
NEREIDI, figlie di NEREO il dolce vecchio, Dio marino che impersonava il marecalmo e di
DORI, una delle tremila oceanidi. Vi erano altre ninfe marine meno conosciute, come le
figlie di FORCI e CETO DALLE BELLE GUANCIE, divinità marine degli abissi, poi le figlie
di ENSIKHTHN (=Ennosigeo, possente Dio del cielo, mare e terremoti) e ANFITRITE, regina
del mare. (Hesiodo nella sua TEOGONIA cita appunto Ennosigeo e non Poseidone, nome che
solo tardivamente sostituì al primo). Altre ninfe marine le figlie di PROTEO, divinità
profetica e marina di minore importanza, una cui figlia salvò ODYSSEO (=ULYSSE) mentre
stava per affogare.
Le ninfe delle acque dolci invece venivano genericamente menzionate col
nome di EPHYDRYÀDES, scendendo nel particolare quelle dei fiumi, a seconda della
località, venivano indicate come: POTAMIDES do potamos = fiume, o come NAJADES, e in
tutto erano almeno 3000. Si conoscono molte Naiadi, queste erano preda preferita "dei
nuovi arrivati", gli Déi dei greci scesi nel mediterraneo dalla valle del Danubio, che
erano tutti "sporcaccioni" e "assatanati" delle bellezze e non solo femminili,
mediterranee, provocando la gelosia delle loro divinità femminili d'aspetto scialbo e
insipido.
Le ninfe dei laghi venivano invece menzionate col nome di LIMNEADES, infine quelle delle
sorgenti, fonti e ruscelli, si chiamano KRANEE che erano anche ninfe delle rupi,
KRENIÀDES e più famose le PEGAIAI, in italiano: Cranee, Creniadi, Pegee.
Le ninfe della vegetazione si dividono in diversi ceppi. Fra questi fa
eccezione un tipo di ninfe: le HAMADRYADES che erano solo 9, ninfe degli alberi, ognuna
legata ad un tipo specifico: noce, quercia, corniolo, faggio, pioppo, olmo, vite, fico,
ginepro. Per tutta la loro esistenza potevano "uscire" dall'albero, se questo veniva
tagliato, esse morivano. Presentano quindi caratteristiche differenti da ogni altro tipo
di ninfa, le uniche a non essere state "umanizzate" con corpo "carnale" che esce dallo
schieramento "erotico-sessuale" patrimonio e caratteristica della ninfa classica.
Le più antiche delle ninfe di suolo, perché nate dal sangue di URANO insieme ai GIGANTI e
alle ERINNI, sono le MELIE o ninfe dei frassini, le uniche a carattere guerriero, esse
infatti impugnavano una lunga lancia di frassino.
Le ninfe dei boschi vengono chiamate ALSEADES, quelle delle foreste DRYÀDES, che
significa quercia. Le Driadi similmente alle Naiadi, Pegee, Napee, Oreadi erano preda
preferita delle divinità greche. Le ninfe delle selve sono menzionate NAPÀIAI (=Napee).
Vi sono poi le ninfe delle valli dette AULONIÀDES e molto famose le ninfe dei monti, le
OREIÀDES; HEKHE (=Eco) da cui deriva la parola "eco" e ARTHEMI (=Artemide) erano due
oreadi cacciatrici, tutte le oreadi cacciavano con la luna, seguite da orsi, cani e a
volte felini, come linci, pantere, leoni fedelissimi. Del resto quasi tutte le ninfe sono
entità lunari, fatta eccezione per le ninfe cosmiche di chiara origine extraterrestre e
stellare o Uranica come le Melie o le HESPERIDI che vivono "dietro le nebbie occidentali"
(la mitica Atlantide).Queste sono solo quattro. Vi sono poi le HYADES, ninfe della
pioggia, il cui nome significa "piovose" e infine le PLEYADES, ninfe dell'aria.
Tutti e tre i ceppi corrispondono a delle stelle, di cui oggi conosciamo gli ammassi
delle Pleiadi e Hyadi. Per gli antichi le Pleiadi erano figlie del Titano ATLANTE e della
ninfa oceanine PLEYONE, erano solo 7, mentre erano 6 le Hyadi figlie di Atlante e della
ninfa oceanine AITRA (=Etra). Le Hesperidi per Esiodo erano figlie di NIX (=Notte), ma
secondo la maggioranza degli antichi studiosi di teologia furono generate da Atlante e
dalla bellissima oceanine KTLIMENE (=Climene). Sempre figlie di Nix sono le KHERES
(=Chere) o geni funebri femminili del dopo pugna, le citiamo perché hanno una somiglianza
con le VALKHIRIE nordiche. Queste Chere apparivano dopo una battaglia sui loro cavalli
neri e si portavano via i morti e i moribondi, a quest'ultimi tagliavano la gola per far
defluire il sangue più velocemente; pare che similmente facesserole bionde valchirie
scandinave.
Ninfe sono pure le HORAI (=Ore), divinità agricole delle stagioni, sono tre, ma a seconda
delle località non erano sempre le stesse. La più famosa era "ESTATE" la florida IRENE,
che a seconda delle lingue greche (eolico, jonico, acheo, hellenico) poteva scriversi
AIRENE o EIRENE. Le Ore sono figlie di THEMI, la Titana Dea della Giustizia, venerata
nella grotta di PYTHO, dove assumeva la forma di un pitone, da cui PIZIE le sue
sacerdotesse-profete; quella stessa grotta si chiamò poi DELFIU, perché occupata dal Dio
cretese DELPHINIUN (il delfino). Poi con la calata dei greci, fu usurpata da APOLLO, ma
vi rimase il nome di Delfi.
Figlie della oceanine EURINOME sono invece le KHARITHES (= le Grazie), molto simili alle
Ore, ad esempio TALIA LA FLORIDA assomiglia a IRENE LA FLORIDA, in greco;THALLAIA,
THALEIA, THALLA, a seconda se eolico, jonico, acheo, ellenico. Anche queste ninfe della
vegetazione floreale. Infine le MUSE, originariamente solo tre, poi sette, portate quindi
a otto e poi solamente in tempi tardi ne fu aggiunta una nona, inventata lì per lì, cioè
senza radici antiche. Le Muse erano in realtà ninfe delle fonti montane e, solamente in
un secondo tempo, vennero ad avere un collegamento con le arti, quali: PESIA, EROTISMO,
TRAGEDIA, COMMEDIA, MUSICA, MIMO, DANZA. Esse sono figlie della Déa Titana MNEMOSINE,
signora delle scienze infuse, della mente e ricordo, pensiero e memoria. Ora se togliamo
POLIMNIA la nona, l'unica che non ha una simbologia e che viene esclusa perfino dal
dizionario di Mitologia del Provenzal-Perri (1938), delle altre otto si nota che ben tre
sono state tolte dalle schiere degli altri ceppi di ninfe: ERATHE L'AMABILE, "COLEI CHE È
DA AMARE", preposta all'erotismo, la si ritrova nell'elenco (13° posto) delle 50 Nereidi
citato da Esiodo, TALIA delle Grazie, sempre preposta all'agricoltura, nonché ad una
nereide detta TALIA "AFFASCINANTE". Chiaramente si tratta sempre della stessa riportata
tre volte, il nome TALEJA indica i concetti di fiorente, prospera, florida. URANIA che
vuol dire "celeste", preposta all'astronomia, la si ritrova nel catalogo delle oceanidi,
dove è catalogata con la menzione: "URANIA DALL'ASPETTO DIVINO", nonché vi è anche una
Dea cosmica, figlia di Urano che porta il nome di URANIA, Titana dell'amore cosmico.
Quindi rimangono solo cinque Muse veramente motivate, di cui tre sole originali.
Quali?
Secondo me:
EUTHERPHE = CHE BEN DILETTA, RALLEGRATRICE, DILETTEVOLE, che la vediamo suonare il
flauto, preposta alla musica a fiato e canto;
MELPHEMENE = CANTATRICE, preposta alla tragedia e poesia tragica;
THERPHSIKORE = DANZA FANCIULLA, da Tersi + fanciulla (Core), preposta alla danza, COLEI
CHE SI DILETTA NELLA DANZA, CHE AMA LA DANZA.
Le altre due mi sembrano meno in carattere con la concezione che si da alle Muse.
KALLIOPHE = DALLA BELLA VOCE, preposta all'eloquenza, poesia epica, con chiari caratteri
politici e guerrieri, fa anche da giudice in una contesa fra AFRODITE e
PHERSEPHONE.
KLIO = GLORIA, COLEI CHE RENDE ILLUSTRI, preposta alla storia, si presenta con una tromba
da battaglia, chiaramente un altro personaggio dei campi di pugna. Parecchi di questi
ceppi di ninfe devono essere molto arcaici perché sono riuscito ad identificare il
corrispondente nome "atlantideo" attraverso quello pelagico-egeo. Ne rimetto quindi uno
schema.
Notare come il finale di questi nomi "atlantidei" verta verso la "e" o la doppia "e", la
"e" è infatti fra le vocali la più musicale. Anche la voce "NAI'S" nelle cadenze
"declinanti" ha una sequenza in "e": Najee, Najen, Naje, Najesé.